24 marzo 2021

Intervista autrice: Laura Carloni

 


Cara Laura.

Inannzi tutto, come sempre, vogliamo ringraziare l’autore/autrice per averci dato l’opportunità di realizzare questa intervista.

QUINDI GRAZIE!

Ci teniamo molto a questa iniziativa, che ci da modo di poter conoscere meglio l’autore con cui collaboriamo, oltretutto, crediamo sia un aiuto e un supporto reciproco.

 

DOMANDA 1:

Cosa rappresenta nella tua vita l’autrice che è in te?

RISPOSTA:

Buongiorno a voi e grazie per questa bella opportunità di farmi conoscere.

Scrivere è sempre stato un po’ il mio sogno. Da piccola avrei voluto fare la giornalista…

Poi tra una cosa e l’altra, famiglia, figlie, attività non c’è mai stato tempo fino a gennaio del 2020 in cui mi sono imposta di farlo. Ho iniziato il mio primo romanzo e poi non mi sono più fermata, complice purtroppo anche la pandemia.

DOMANDA 2:

Le tue opere sono ispirate a qualcosa in particolare o è tutto, o quasi, frutto della tua immaginazione?

RISPOSTA:

Ogni storia parte da un’ispirazione. Può essere un sogno, una canzone o anche qualcosa che vedo o che mi raccontano le mie figlie del loro vivere quotidiano. Poi da lì parte la mia immaginazione.

DOMANDA 3:

Quanto tempo dedichi alla stesura di un romanzo?

RISPOSTA:

Bella domanda! Vorrei metterci anche di meno, ma non è il mio lavoro principale… Comunque scriverlo è la parte più veloce. È quando metto la parola fine che viene il bello; lo rileggo, lo cambio, aggiungo, tolgo… Inserisco le descrizioni e magari anche ricerche più specifiche che nel frattempo ho svolto. Mi faccio i complimenti da sola e magari due pagine dopo mi insulto perché temo di aver scritto una ciofeca…

Mi piace curare anche la parte grafica dei capitoli, inserendo sempre qualcosa di particolare che identifichi i personaggi visto che utilizzo per la maggior parte i POV alternati. Insomma, è più stressante il dopo che la stesura in sé.

DOMANDA 4:

Perché hai scelto di scrivere romanzi di genere “Romance”?

RISPOSTA:

Scrivo quello che mi piace leggere. Ebbene sì, sono una romantica!

DOMANDA 5:

Hai pubblicato sempre in Self. Come valuteresti le due esperienze?

Hai qualce consiglio in merito da dare agli autori emergenti?

RISPOSTA:

Per il momento ho pubblicato sempre in autonomia. Mi è piaciuto non dover dipendere da nessuno…è stato gratificante essere riuscita a fare tutto da sola (Cover a parte).

Non mi sento di dare consigli a nessuno, essendo anch’io appena entrata in questo mondo… L’unica cosa che posso dire è di non abbattersi davanti a qualche stellina negativa o a qualche critica malefica.

Parliamo del tuo primo romanzo, che abbiamo da poco letto e recensito:

SEMPRE LA MIA STELLA

DOMANDA:

Che significato dai a questo tuo primo romanzo?

RISPOSTA:

Una gran bella soddisfazione! L’ho finito in quattro mesi per togliermi dalla lista delle cose da fare nella vita, la voce “Scrivere un libro”. È andata così bene che nello stesso anno ne ho pubblicati altri due!

 

DOMANDA:

Da dove nasce l’ispirazione per costruire la storia di Isabel ed Alex e come mai hai scelto di ambientare il tuo primo romanzo proprio in Spagna ed in Inghilterra?

RISPOSTA:

La storia mi girava in testa da un po’. Alex e Isabel erano già belli delineati nella mia mente, ognuno con i loro difetti, le loro paura, ecc… Mi piace avere un’idea ben precisa del personaggio di cui parlerò così prima di cominciare cerco sempre di aver una carta d’identità che comprenda sia l’aspetto fisico che mentale. Le loro abitudini, i modi di fare o semplicemente l’idea di un profumo abbinato al personaggio. Mi sembra così di renderli più reali anche per chi poi leggerà il libro.

Allo stesso modo cerco di scrivere di posti che conosco, in cui sono stata e che mi hanno regalato qualcosa.

La Spagna è meravigliosa, amo la sua lingua, la calma dei suoi paesini e purtroppo anche il cibo. Londra è Londra…ci tornerei mille volte e ancora troverei cose nuove da scoprire.

Rovaniemi è una magia, emozionante anche se era agosto e anche se ero leggermente più che una “bambina”. Perché Natale è uno stato d’animo!

 

DOMANDA:

In questo romanzo tratti dei temi molto sensibili. Primo fra tutti l’importanza di sentirsi a casa, non inteso come mura vere e prorie ma inteso come luogo dove poter trovare i propri affetti e quindi le proprie certezze che siano amici o familiari. Secondo te oggi si sta tornando ad un avvicinamento al valore sacro della famiglia perso forse negli ultimi decenni?

RISPOSTA:

Magari fosse così! In realtà mi sembra proprio il contrario.

Mi reputo una persona molto fortunata ad avere intorno la mia famiglia, rumorosa e incasinata, ma molto affiatata. In un periodo come quello degli ultimi mesi che abbiamo passato spesso chiusi in casa, stare tutti insieme era fonte di risate e di belle litigate ma non lo cambierei mai. Magari solo i “Me contro te” a un volume più basso sarebbe la perfezione!

 

DOMANDA:

Altro tema molto importante, alla base forse di tutto il romanzo stesso è avere fiducia: in un sentimento, in una persona o in una situazione. In un mondo dove purtroppo c’è molta superficialità ed egoismo è davvero possibile fidarsi senza mai mettere in dubbio chi abbiamo vicino oppure ad oggi è solo un concetto romanzato e di difficile interpetazione?

In altre parole, con il vissuto che aveva alle sue spalle, sarebbe stato davvero così utopico pensare e sperare che Alex ponesse la sua fiducia in Isabel e quindi nell’amore?

RISPOSTA:

Io sono una persona che ripone sempre fiducia negli altri e ho preso anche qualche bella batosta per questo. Isabel probabilmente ha questa mia caratteristica mentre Alex è il suo contrario. Lui ha fiducia solo in sé stesso e nelle sue capacità, nonostante abbia comunque intorno delle persone che gli vogliono bene al di là della sua storia familiare: Bryan ad esempio, il suo miglior amico. Ci metterà un po’, ma alla fine lo capirà anche lui. D’altronde se fosse stato più bravo il romanzo sarebbe stato troppo corto!

 

DOMANDA:

Ultimo tema importante da non dimenticare è il perdono, un atto necessario a volte per poter proseguire e superare il dolore. Partendo dal presupposto espresso nella domanda precedente in cui alla base di ogni sentimento vero debba esserci la fiducia; quando questa viene a mancare come nel caso dei due protagonisti, tu credi davvero che sia possibile perdonare come ha fatto Isabel oppure è un finale romanzato che hai voluto dare alla storia?

RISPOSTA:

Credo che fondamentalmente ci sia perdono dove c’è amore. Senza questo che significato avrebbe perdonare? Isabel perdona Alex perché ne è innamorata profondamente, perché hanno qualcosa in comune che non si può cancellare ma che le ricorda quotidianamente cosa ha perso. Alex, da parte sua, è sopravvissuto alla sua mancanza ma non può certo dire di aver “vissuto” senza di lei. Chiedere scusa a quel punto e capire il perché di un segreto così importante non rivelato subito, è il suo pegno per tornare a vivere.

Vi ringrazio di nuovo per questo spazio…

Buon lavoro.

♥♥♥♥♥♥

Rinnoviamo i nostri ringraziamenti per averci dato l’opportunità di farti un’intervista e ti facciamo un grandissimo in bocca al lupo per il tuo futuro personale e professionale.

 

♥Leggendo con Vale e Raffa♥

 

 

Nessun commento:

Posta un commento