14 ottobre 2021

Intervista autrice: Carola Rifino


 Cara, Carola...

Innanzi tutto vogliamo ringraziarti per averci dato l’opportunità di realizzare questa intervista che pensiamo sia un modo in più di poter conoscere meglio l’autrice/autore con cui collaboriamo e oltretutto crediamo sia un aiuto e un supporto reciproco.

Partiamo con qualche domanda basilare che facciamo spesso, proprio per conoscere chi è Carola.

DOMANDA 1:

Come, quando e perché hai iniziato a scrivere?

RISPOSTA:

Non so il perché, ma ricordo precisamente il quando. Ho scritto il mio primo “racconto” alle elementari. Avevo nove anni, la maestra ci chiese un tema per le vacanze di Natale e io tornai a scuola con una ventina di pagine in cui narravo la storia di un bambino e del suo dono di Natale andato perso.

Sono nata in una casa piena di libri, cresciuta in una famiglia appassionata di letteratura, e fin da piccola sono stata incoraggiata a inseguire i miei sogni.

Credo che ciò abbia influenzato il mio rapporto con la scrittura, che fa parte di me in modo viscerale. Senza non mi sentirei completa.

DOMANDA 2:

Cosa rappresenta nella tua vita l’autrice che è in te?

RISPOSTA:

Non esiste un “me autrice” e un “me reale”. Siamo l’una parte dell’altra.

DOMANDA 3:

Le tue opere sono ispirate a qualcosa in particolare o è tutto, o quasi, frutto della tua immaginazione?

RISPOSTA:

Traggo ispirazione da tutto ciò che vedo, da ciò che mi circonda, da situazioni che mi creano disagio o da emozioni che mi colpiscono davanti all’incontro casuale con una scena tra le strade di una città. Elaboro il tutto, ci ragiono e spesso finisco per crearci una storia. Le mie opere sono frutto della mia immaginazione, tuttavia, la mia immaginazione fonda la sua base sulla realtà, sulla vita che mi scorre accanto. 

DOMANDA 4:

Quanto tempo dedichi alla stesura di un romanzo?

RISPOSTA:

Dipende dal romanzo. Ci sono storie che ho scritto in pochi mesi, altre che mi hanno portato via un anno.

Non tutti i personaggi si lasciano comprendere subito, a volte creano un muro che lo scrittore fatica a superare.

 

DOMANDA 5:

Come valuteresti la tua esperienza nel pubblicare in self? Sei soddisfatta? Hai qualche consiglio in merito da dare agli autori emergenti?

RISPOSTA:

Per quanto non escludo di collaborare con una casa editrice in futuro, per il momento mi trovo molto bene con il Self-Publishing.

È una realtà molto complessa. L’autore è responsabile di ogni più piccola fase che porta alla pubblicazione del romanzo, dalla stesura, alla scelta della copertina, passando per l’editing e l’impaginazione. Se da una parte questo significa farsi carico della riuscita del progetto dall’altra offre una libertà d’azione non scontata. Libertà alla quale per il momento non sono pronta a rinunciare.

Agli scrittori emergenti mi sento solo di suggerire di non arrendersi. Non è facile emergere, ma ci vuole determinazione per riuscirci.

 

DOMANDA 6:

Sappiamo, visto che siamo tue seguaci sui social che stai scrivendo un romanzo a quattro mani insieme ad un/una tua collega “identità segreta”.

Siamo sempre state curiose di capire come si svolgono le dinamiche di una scrittura a quattro mani.

Non c’è da impazzire?!

Come nasce l’idea?

Come vi spartite i ruoli?

Chi si occupa di cosa?

Abbiamo mille curiosità!

Insomma, hai voglia di raccontarci qualcosa in merito?

Quello che puoi ovviamente...

RISPOSTA:

L’idea è nata un giorno, per via di una frase detta in modo ironico, che ha dato il via a una delle esperienza più belle della mia vita da scrittrice.

C’è da impazzire? Anch’io lo credevo. Si tratta di due teste che devono mettere insieme idee e andare d’accordo durante la stesura.

Per me e I.s., però, non è stato così. Ci siamo spartit* i compliti, abbiamo stabilito una scaletta e abbiamo creato qualcosa di estremamente bello.

Si è creata una sintonia perfetta tra pensieri e parole, un’armonia che ci ha portat* a concludere il romanzo in pochi mesi.

Per ora non posso dirvi di più, ma seguiteci sui nostri social, perché presto sveleremo molto altro!

Parliamo del tuo romanzo PERSUASION, che abbiamo letto e recensito.

DOMANDA:

Tutte le tue storie parlano di amori intensi e forse quello di Ale ed Alex  è quello più travagliato, profondo e toccante. Dove hai preso l’ispirazione per raccontare la loro storia e soprattutto il vissuto dei protagonisti?

RISPOSTA:

La loro storia è arrivata a me all’improvviso. Stavo scrivendo di Ares ed Emilia quando ho visto tutto: Alex e Alessandra da piccoli, il loro amore, il loro odio, tutti gli elementi che li hanno portati a essere come sono.

È stato un colpo al cuore, ho terminato Pride e ho iniziato immediatamente il loro libro.

DOMANDA:

La bellissima storia di Ale ed Alex, tratta dei temi molto sensibili. Primo fra tutti l’amicizia: un legame e sentimento profondo che ti unisce ad un’altra persona, nonostante non ci siano vincoli di sangue. Possiamo dire che attraverso l’esempio di Ale ed Alex bambini, dove ci viene mostrato come l’altra persona nei nostri momenti più bui diventi la nostra spalla per darci quella forza necessaria ad andare sempre avanti, si sia voluto rimarcare questo tema importantissimo ad oggi forse un po' sottovalutato ed anche dato per scontato?

RISPOSTA:

Credo fortemente nel valore dell’amicizia. Leggendo i miei romanzi probabilmente salterà all’occhio questa mia visione. Non solo in Persuasion, dove vediamo come Alessandra e Alex, in momenti di versi delle loro vite, si salvano a vicenda con la forza della loro amicizia, ma anche nel legame tra Emilia, Mindy e Clotilde e in quello tra Ares e Josh.

Al giorno d’oggi tutti i sentimenti stanno perdendo un po’ della loro forza. Siamo frutto di una società in cui i rapporti stanno diventando sempre più usa e getta. Nel mio piccolo, con le mie parole, provo a ricordare ai miei lettori che tutti attraversiamo momenti difficili, e che farlo con qualcuno al proprio fianco è più facile, che se si vuole avere un buon amico, bisogna prima di tutto esserlo.

DOMANDA:

Altro tema molto importante, alla base forse di tutto il romanzo stesso è avere fiducia: in un sentimento, in una persona o in una situazione. In un mondo dove purtroppo c’è molta superficialità ed egoismo è davvero possibile fidarsi senza mai mettere in dubbio chi abbiamo vicino e soprattutto senza farci condizionare dagli altri che cercano sempre di veicolare le nostre opinioni per i propri fini,  oppure ad oggi è solo un concetto romanzato e di difficile interpretazione ?

In altre parole, con il vissuto e tutte le insicurezze che aveva Alex alle sue spalle, sarebbe stato davvero così utopico pensare e sperare che riuscisse a porre la sua fiducia in Ale e quindi nell’amore anziché lasciarsi condizionare da Annalisa?

RISPOSTA:

Non si tratta di fiducia fine a se stessa. Alex è stato manipolato emotivamente e capacità propria del manipolatore emotivo è quella di riuscire a creare confusione nella sua vittima, distorcendo la realtà.

Solitamente quando si parla di manipolazione emotiva, si tende a parlare di quella effettuata da un uomo ai danni di una donna. Nel romanzo ho voluto mostrare la realtà inversa.

Alex è il manipolato, perché le debolezze e le paura proprie di Alex hanno permesso alle bugie di prendere il sopravvento.

Quindi no, la storia tra Alex e Alessandra non sarebbe potuta andare diversamente.

DOMANDA:

Altro tema importante da non dimenticare è il perdono, un atto necessario a volte per poter proseguire e superare il dolore. Partendo dal presupposto espresso nella domanda precedente in cui alla base di ogni sentimento vero debba esserci la fiducia; quando questa viene a mancare come nel caso dei due protagonisti, tu credi davvero che sia possibile perdonare come ha fatto Ale oppure è un finale romanzato che hai voluto dare alla storia? Pensi sia davvero possibile alla luce di un grande dolore come quello che hanno vissuto ognuno a loro modo i protagonisti, riuscire a perdonare coloro che ci hanno più tradito e fatto soffrire in nome di un sentimento profondo come l’amore?

RISPOSTA:

A questa domanda non so rispondere. Ognuno di noi ha un carattere e una storia personale che influenza il proprio modo di vedere.

Al posto di Alessandra avrei perdonato Alex? No.

Ma avrei agito diversamente in diverse occasioni, avrei usato ogni mezzo per fargli sapere cosa stavo passando. Ma il punto è che non importa ciò che io, o un lettore, avrebbe fatto. Io non sono Alessandra, il lettore non è Alessandra.

E lei, oltre un amore spropositato nei confronti di Alex e una cieca fiducia sul loro ritrovarsi, ha trovato la forza di perdonarlo.

DOMANDA:

Crediamo di poter essere tutti d’accordo nell’affermare che il dolore esiste e nella maggior parte delle volte non si può fare nulla per evitarlo; ciò che fa la grande differenza è il modo in cui affrontare ciò che la vita ha in serbo per te. Da qui partiamo per cercare di comprendere una delle caratteristiche principali a nostro avviso del personaggio di Ale, ovvero la sua resilienza.

Questa ragazza, nonostante tutte le sofferenze che la vita le ha regalato, crede talmente tanto nel sentimento e nel legame che la unisce ad Alex che è disposta a divenire capro espiatorio nonché vero e proprio bersaglio di tutta la rabbia e l’odio che lo invadono ad ogni loro incontro. Secondo te è veramente giusto dare spazio al sentimento che si ha dentro al cuore nonostante questo ci porti a soffrire profondamente, calpestando non solo la nostra dignità ma ci porti anche ad annullare la nostra stessa personalità oppure si dovrebbe trovare la forza interiore in grado di riuscire a darci il giusto valore e soprattutto la giusta forza necessaria per trovare il coraggio di chiudere i capitoli ed i legami dolorosi della vita?  Nella vita reale quindi, pensi sia davvero possibile essere così resilienti come Ale oppure è stata un’esaltazione del suo personaggio necessario ai fini dello sviluppo narrativo?

RISPOSTA:

Come già detto, credo che ognuno di noi abbia un carattere e una visione della vita diversa.

Alessandra non annulla la sua personalità, rimane ancorata alla speranza di riavere Alex, ma non per questo smette di vivere. Ha altre relazioni, insegue il suo sogno di diventare una fisioterapista sportiva, ha un gruppo di amici, e vive. Non si annulla completamente, non si isola e rimane ferma ad aspettare il ritorno di Alex. E anche quando ciò avviene, non si limita a ricalcare la strada percorsa in adolescenza, ma si mette in gioco e spinge Alex a mettersi in gioco.

Non ho mai avuto un amore come quello di Alex e Alessandra, perciò onestamente non so dirti cosa avrei fatto io al suo posto.

Ogni situazione è diversa, però, e a volte chiudere un legame, specialmente se tossico, è la migliore delle soluzioni.

DOMANDA:

Che significato ha per te questo romanzo?

Quale è il messaggio che vorresti interpretasse il lettore?

RISPOSTA:

Bisogna far attenzione ai manipolatori emotivi, si insinuano nelle nostre menti con facilità e riescono a distorcere la realtà con facilità. 

 

Rinnoviamo i ringraziamenti per averci dato l’opportunità di farti un’intervista e ti facciamo i complimenti per tutti i tuoi romanzi, che ovviamente noi abbiamo letto.

Inoltre ti facciamo un grandissimo in bocca al lupo per il tuo futuro personale e professionale.

 

♥Leggendo con Vale e Raffa♥

 

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