07 aprile 2021

Intervista autrice: Bianca Ferrari

 

Cara, Bianca...

Innanzi tutto vogliamo ringraziarti per averci dato l’opportunità di realizzare questa intervista a cui teniamo molto e non nascondiamo una predilizione verso di te come autrice italiana.

Partiamo subito con qualche domanda standard, ma che ci aiuta un po’ a conoscere l’autrice...

DOMANDA 1:

Come, quando e perché hai iniziato a scrivere?

RISPOSTA:

Ho cominciato a scrivere nel 2015 a causa di un periodo piuttosto complicato. Diciamo che o buttavo fuori tutte le mie emozioni straripanti oppure mi candidavo di diritto per un TSO :D

DOMANDA 2:

Vorremmo sapere cosa rappresenta nella tua vita l’autrice che è in te?

RISPOSTA:

Dico sempre che sono molto più una persona che un’autrice e se devo trovare il lato più importante di questo “secondo mestiere” sono le amicizie che ho trovato e che mi accompagnano in questo percorso di vita. Autrici, lettrici, blogger. Ho ricevuto e condiviso tanto amore da quando scrivo ed è senza dubbio ciò che mi sprona a non mollare quando sono stanca (e lo sono spesso)

DOMANDA 3:

C’è qualcosa di te nei tuoi libri o è tutto frutto della tua insaziabile immaginazione? =)

RISPOSTA:

C’è tutto di me nelle mie storie. Le protagoniste femminili sono tutte parti di me, come se ci fosse una scissione dei miei vari lati. Quello più solare, che ritrovate in J. Lee di Senza Smettere Mai, quello più timido e incapace di stare al mondo, che è rappresentato da Cinnamon della Double Trouble Series, quello che lotta solo per e mai contro, come è Skylar della Flames Series, e poi Fabienne de La Notte dei Ricordi che racconta una storia autobiografica (in parte).

E c’è di me anche in Damian, il protagonista maschile della Damned Series, nel suo istinto di ribellione e indipendenza e nella sua estrema fedeltà.

Insomma è come tirare fuori le proprie differenti personalità, come in SPLIT.

DOMANDA 4:

Quanto tempo dedichi alla stesura di un romanzo?

RISPOSTA:

Tra i sei mesi e l’anno per la stesura, e non meno di due o tre mesi per la parte di editing, correzione e promozione.

DOMANDA 5:

Perché hai scelto di scrivere romanzi di genere “Romance”? Hai mai pensato di scrivere altri generi?

RISPOSTA:

Scrivo romance perché mi vengono in mente trame dove la gente si innamora (e fa sesso :D), ma ho nel paniere un romanzo di narrativa generale e un distopico.

Se mi sentissi in grado scriverei tanto volentieri un thriller, ma il mio essere un’autrice pantser mi preclude un testo che ha bisogno di un tipo di organizzazione da plotter.

DOMANDA 6:

Hai pubblicato sia in Self che con una CE, come valuteresti le due esperienze?

Hai qualce consiglio in merito da dare agli autori emergenti?

RISPOSTA:

Ho pubblicato con una CE (Les Flaneurs Edizioni) con la quale ho avuto la possibilità di imparare e comprendere i miei limiti, mi è stata data l’occasione di vedere come lavorano dei professionisti seri e di ottenere un buon successo, grazie al pubblico che seguiva la casa editrice prima della mia pubblicazione.

Poi, forte di questa bellissima esperienza, ho deciso di tentare la strada del self publishing che mi permette un’autonomia nella scelta delle tempistiche di pubblicazione e un controllo più personale sulle varie fasi del percorso.

A un autore emergente darei i seguenti consigli:

-   Se decidi di affidarti a una casa editrice STUDIALA. Informati sulla qualità dei loro testi, sulla coerenza delle loro cover, sulla distribuzione, su chi ci lavora dentro. Guarda come si comportano con gli altri autori, anche che abbiano pubblicato da più tempo. Come faranno con loro, faranno con te. (E MAI MAI MAI pagare per pubblicare)

-   Se hai affidato il tuo testo a una casa editrice NON disinteressartene. Il nome è il tuo. La responsabilità è tua.

-   Se decidi di tuffarti nel caotico mondo del self non credere di poter offrire un pessimo prodotto o un prodotto non curato solo perché (secondo te) lo fanno tutti. Tuo è il nome. Tua la responsabilità. Venderesti mai delle gomme usurate a un tizio che viene nella tua officina per il cambio annuale? Se lo facessi, saresti un truffatore. Se lo fai con i libri, lo sei allo stesso modo.

DOMANDA 7:

Hai scritto la “Damned Series” a quatto mani con la tua collega Paola Chiozza, un’altra meravigliosa autrice italiana.

Siamo sempre state curiose di capire come si svolgono le dinamiche di una scrittura a quattro mani.

Non c’è da impazzire?!

Come nasce l’idea?

Come vi spartite i ruoli?

Chi si occupa di cosa?

Abbiamo mille curiosità!

Insomma, hai voglia di raccontarci qualcosa in merito? Quello che puoi ovviamente...

Poi tortureremo anche Paola =)

RISPOSTA:

Io e Paola siamo amiche. Grandissime amiche (lei conosce il mio pin della carta di credito). Questo è stato fondamentale per la riuscita del progetto, sia perché ci siamo incredibilmente divertite nella fase creativa, sia perché ci siamo incredibilmente rispettate nei momenti di “conflitto”. Come in tutte le relazioni, credo che i motivi di riuscita di una “storia d’amore” siano l’amore, il rispetto e un progetto comune, per il bene del quale si riesca a mettere in secondo piano il proprio ego. 

Nello specifico abbiamo plottato insieme, partendo da un’idea di Paola e integrandola con parecchie derive proposte da me. Ci siamo spartite i ruoli (ognuna di noi agisce un personaggio), scrivendo un capitolo a testa. Poi entrambe abbiamo lavorato molto e approfonditamente sulla cura del testo, insieme all’Accademia della Scrittura e alla fine… ci siamo godute il risultato, festeggiando insieme in una trattoria di Piacenza.

Parliamo del tuo PRIMISSIMO romanzo, che noi abbiamo letto e recensito (Qui ci starebbero gli occhi a cuoricino):

SENZA SMETTERE MAI

DOMANDA:

Crediamo di poter essere tutti d’accordo nell’affermare che il dolore esiste e nella maggior parte delle volte non si può fare nulla per evitarlo; ciò che fa la grande differenza è il modo in cui affrontare ciò che la vita ha in serbo per te. Ce lo dimostrano i tre protagonisti che avrebbero a loro modo potuto lasciarsi sopraffare dalla vita ed invece decidono di resistere ed affrontare a testa alta le loro difficoltà. Attraverso la loro storia, possiamo affermare che il messaggio che si è tentato di lasciare sia l’importanza di essere resilienti proprio come i protagonisti ci mostrano?

RISPOSTA:

Credo che il messaggio del libro sia quello di continuare a lottare SENZA SMETTERE MAI, ma non con la rabbia che spesso ci spinge a combattere, bensì con la fiducia nel futuro. J. Lee è quella che porta quella fiducia nel mondo di Andrew e Nathaniel. Andrew è colui che di quella fiducia si nutre da subito. Nathaniel è un ragazzo solo, che non crede né in se stesso né negli altri. Per lui la strada è dura, ma al suo fianco ha due amici testardi (e un amore ancora più caparbio)

DOMANDA:

Parliamo di amicizia: un legame e sentimento profondo che ti unisce ad un’altra persona, nonostante non ci siano vincoli di sangue, senza nessun secondo fine o altro scopo.

Possiamo dire che attraverso l’esempio di Adrew e J.Lee, dove ci viene mostrato come l’altra persona nei nostri momenti più bui diventi la nostra spalla per darci quella forza necessaria ad andare avanti senza smettere mai, si sia voluto rimarcare questo tema importantissimo ad oggi forse un po' sottovalutato ed anche dato per scontato?

RISPOSTA:

Non sminuisco l’amore quando dico che l’amicizia è per me il sentimento più importante che esista. Forse perché l’amore sa essere piuttosto ballerino, forse perché quando amo qualcuno voglio essere anche sua amica. Forse perché un amico può essere davvero un’ancora di salvezza, come è stato per me quest’anno.

DOMANDA:

Più volte in questo romanzo si affronta il tema del perdono: perdonare un amico che ci ha tradito; perdonare un genitore che ha fallito nel suo compito; perdonare un parente che ci rovina la vita pure di metterne in sicurezza un’altra; perdonare la persona che amiamo che ci ferisce.

In un mondo utopico tutti vorremmo avere la capacità di perdonare e vivere serenamente a 360° ma è poi veramente possibile farlo proprio come i nostri ragazzi nel romanzo hanno fatto o sono state solo necessità di trama a portare l’epilogo di questi eventi in questo modo?

RISPOSTA:

Ti direi di fare questa domanda alle mie amiche più care, che di base mi considerano come una PollyAnna. Io perdono tutto, magari non immediatamente, ma, alla fine, mi dico che siamo tutti fallibili e nessuno di noi può essere certo di non sbagliare.

Le poche persone o eventi che non riesco ancora a perdonare, spero di poterlo fare in futuro (e comunque mi fanno soffrire più di quelli che ho lasciato alle spalle con serenità, per cui combatto per liberarmene)

DOMANDA:

Altro tema sicuramente importante che ritroviamo in questo romanzo è l’importanza della vita ed il darle il giusto peso e valore, apprezzandone anche i più piccoli momenti. Pensiamo un momento alle generazioni più giovani ovvero quelle che oggi aspirano sempre di più al troppo, schiavi di un’apparenza che a volte neanche li rappresenta.

Secondo te cosa si potrebbe/dovrebbe fare per sensibilizzare loro verso un tema così importante?

RISPOSTA:

Credo che solo l’esempio sia in grado di insegnare davvero. Quindi (paradossalmente) invece di pensare a cosa e come dovrebbero fare “loro”, dovremmo pensare a come e cosa dobbiamo fare noi.

Da parte mia sono costantemente alla ricerca di un equilibrio migliore, di una versione migliore di me. Più serena e realizzata.

♥♥♥♥♥

Rinnoviamo i ringraziamenti per averci dato l’opportunità di farti  questa intervista.

Ti facciamo i complimenti per tutti i tuoi capolavori, che noi ADDDORIAMO, e un grandissimo in bocca al lupo per il tuo futuro personale e professionale.

♥Bianca: Grazie infinite a voi, ragazze, che con la vostra passione sostenete noi autrici (e sciogliete un po' le nostre ansie)♥

♥Leggendo con Vale e Raffa♥

 

 

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