17 marzo 2021

Intervista Autrice: Aria M.

 


Ciao, Aria.

Prima di tutto, ti ringraziamo calorosamente per averci dato l’opportunità di realizzare questa intervista e di averci messo in contatto con altre autrici che hanno aderito a loro volta.

Ci teniamo molto a questa iniziativa che ci da modo di poter conoscere meglio l’autore con cui collaboriamo.

Oltretutto crediamo sia un aiuto e un supporto reciproco.

Partiamo con l’intervista...

DOMANDA 1:

Come, quando e perché hai iniziato a scrivere?

RISPOSTA:

Ho iniziato a scrivere poco più di quattro anni fa. Stavo attraversando un periodo buio, e mi è stato consigliato di “mettere nero su bianco” ciò che non riuscivo ad esternare. La scrittura è stata una terapia, in tutti i sensi.

DOMANDA 2:

Cosa rappresenta nella tua vita l’autrice che è in te?

RISPOSTA:

Direi che rappresenta tutto, perché quando scrivo non riesco a separare Monica da Aria. Spesso anche nella caratterizzazione dei personaggi vedo il mio riflesso, pregi e difetti.

DOMANDA 3:

Le tue opere sono ispirate a qualcosa in particolare o è tutto, o quasi, frutto della tua immaginazione?

RISPOSTA:

La trilogia è un riflesso della mia vita. I personaggi, i luoghi, i sentimenti, le perdite, i sogni. Fanno tutte parte del mio mondo. C’è sempre qualcosa di vero, di vissuto, in quasi tutte le mie opere. Ispirate alla mia vita o a quella di persone a me vicine.

DOMANDA 4:

Quanto tempo dedichi alla stesura di un romanzo?

RISPOSTA:

Purtroppo tanto. Dagli otto ai dieci mesi. Love inside è stato l’eccezione perché l’ho iniziato durante la quarantena, l’ho finito in tempi record per me.

DOMANDA 5:

Perché hai scelto di scrivere romanzi di genere “Romance”?

RISPOSTA:

Posso assolutamente affermare che lui ha scelto me.

Quando ho deciso di seguire il consiglio del mio medico e ho incominciato a scrivere mi è venuto spontaneo iniziare da una storia d’amore.

Il Romance lo sento addosso, come se la vita, inaspettatamente dopo quello che mi ha tolto, mi volesse fare un gran regalo.

DOMANDA 6:

Hai pubblicato sia in Self che con una CE, come valuteresti le due esperienze?

Hai qualce consiglio in merito da dare agli autori emergenti?

RISPOSTA:

Molto diverse.

Pubblicare in self ti da la libertà di gestire il tuo lavoro a seconda dei tuoi impegni, delle tue priorità. Hai il libero arbitrio su qualsiasi cosa riguardi il tuo romanzo, dalla scelta del titolo fino alla data di pubblicazione. Riesci a gestire il tempo in maniera differente e, credetemi, la libertà di sfruttare il tempo a seconda delle tue necessità è impagabile.

D’altro canto l’esperienza con la CE, a mio avviso, è un passo da compiere, per tanti fattori, primo fra tutti la possibilità di imparare qualcosa in più su questo mestiere.

Quanto ai consigli… Sono la persona meno adatta per dare consigli a qualcuno. L’unica cosa che posso suggerire e di prendere la decisione in merito con consapevolezza e estrema attenzione.

Parliamo un po’ dei tuoi romanzi...

Noi, ovviamente, li abbiamo lettu TUTTI e ci teniamo particolarmente a sapere qualcosa di ognuno di essi.

DOMANDA:

LA SERIE “NONOSTANTE TUTTO”: Beh, tutte vorremmo un Alexander Kane!!! Per noi rimarrà sempre uno dei protagonisti maschili migliori mai letti, oltre che protagonista di una delle storie d’amore più coinvolgenti, nonostante non sia una serie “originale”.

Come è nata la storia di Ginevra e Alexander?

RISPOSTA:

Come spiegavo prima, la storia di Ginevra e Alexander è nata per aiutarmi a superare un momento molto buio della mia vita.

Davanti al foglio bianco Word mi è venuto spontaneo unire gli elementi fondamentali della mia esistenza: la famiglia, gli amici, le passioni. E l’amore, in tutte le sue forme.

Al tempo non sapevo che non fosse originale, che fosse uno dei soliti cliché letto e stra letto nei romanzi. Non mi sono posta il problema, mai avrei pensato di pubblicarlo.

Per quelli della mia generazione il sogno era l’America. California, Florida… Chi non avrebbe voluto studiare oltre Oceano?

Crescendo poi, il sogno si è rafforzato, soprattutto quando ho conosciuto mio marito, e mi parlava spesso di voler andare a lavorare in America, cosa che fa tutt’ora. Ho messo insieme quelli che erano i nostri sogni, ho costruito il personaggio femminile della trilogia ispirandomi a mia figlia, Ginevra, con una famiglia alle spalle solida che le da l’opportunità di seguire i suoi sogni, un’opportunità che noi non siamo riusciti ad avere, per tanti fattori.

Ho capito dopo, quando sono entrata in questo mondo, e ne ho affrontato le conseguenze, che nel Romance il primo libro non fosse niente di originale, ma per nessuna ragione al mondo cambierei una virgola di ciò che è la NonostanteTutto serie.

DOMANDA:

La loro bellissima storia ci porta, come tanti altri romanzi di questo genere, nella bellissima ed assolata Florida. Ma, oltre all’America, tu con questa serie ci conduci nella tua meravigliosa terra, ricordandoci con la tua minuziosa descrizione del mare e dei tramonti magnifici quanto anche l’Italia valga la pena di essere conosciuta, vissuta, raccontata ed amata.

Sei d’accordo con questa tendenza moderna che prevede che il must sia americano?

Cosa pereferisci?

RISPOSTA:

Preferisco sempre, tra un viaggio e l’altro, tornare a casa.

Non vedo niente di sbagliato nell’ambientare un romanzo in America, o in qualunque altro luogo, ma personalmente mi piace il fatto che tutto sia partito dal nostro paese. E mi piace tornare a casa, per dare giusto risalto alla mia terra e alla mia cultura. Non abbiamo niente da invidiare a nessuno, ed è bene che tutti lo sappiano.

DOMANDA:

Nel libro Scars vengono trattati in maniera molto delicata e coinvolgente il tema del dolore e del perdono. Tu credi davvero sia possibile alla luce di un grande dolore, riuscire a perdonare coloro che ci hanno più tradito e fatto soffrire in nome di un sentimento profondo come l’amore?

RISPOSTA:

Scars per me è stata una grande sfida.

Dovevo trasmettere al lettore emozioni, stati d’animo, a volte molto lontani dal mio pensiero. Immergermi nel personaggio di Shanessa, e farlo seguendo una linea ben definita, è stata forse la difficolta più grande che io abbia mai affrontato nella stesura di un libro.

Per carattere certe cose non potrei perdonarle, non dopo aver sofferto in maniera tale da stravolgere la mia vita e allontanarmi dalle persone che amo.

Essendo mamma, la grande prova di maturità di Shanessa davanti alle azioni di Allison, mi ha creato grossi conflitti interiori.

Vorrei essere davvero una persona come Nessa, che è riuscita a non inasprirsi davanti al dolore. A me, purtroppo, è successo il contrario.

DOMANDA:

Tutte le tue storie parlano di amori travagliati, e forse quello di Jarlath e Shanessa è quello più profondo e toccante. Dove hai preso l’ispirazione per raccontare la loro storia e soprattutto il vissuto dei protagonisti?

RISPOSTA:

Volevo creare qualcosa che fosse l’opposto della serie. Mettermi alla prova approfondendo tremi delicati, come il perdono.

L’ispirazione è arrivata man mano che scrivevo, è stata la storia stessa a farlo. Il colpo di scena finale l’ho voluto fortemente perché non riuscivo a sopportare che la vita fosse stata così crudele con i protagonisti. Volevo un qualcosa che non rendesse vano tutto quel dolore.

DOMANDA:

Con la lettura di Love Inside abbiamo l’opportunità di entrare nell’affasciante e magico mondo delle essenze; quelle capaci  di generare alchimie, rendere indelebili i ricordi e creare memorie indimenticabili. Volendo offrire una chiave di lettura diversa e partendo dalla narrazione della procedura per la formulazione del profumo, possiamo affermare che la ricerca fondamentale della nota mancante necessaria per rendere unico il prodotto, sia una metafora per indicare che nella nostra vita è fondamentale per raggiungere la felicità costruire con la persona amata una sintonia perfetta fatta di tante piccole note mancanti che vanno costantemente ricercate?

RISPOSTA:

Proprio così. Ogni rapporto ha la sua composizione di note. Quando si tratta di amore, l’insieme di quelle note rendono la persona amata perfetta, e quello stesso amore unico nel suo genere.

E così è tra genitori e figli. Quando perdi un genitore, quella nota che ti rendeva completa, va via con lui. Come è successo a Nathan. Come è successo a me.

Ci saranno altre note che, da quel momento in poi, ti renderanno di nuovo completa, ma l’essenza si modifica. Sta a noi decidere come.

♥♥♥♥♥

Grazie infinite per questa meravigliosa intervista in cui ci ti sei aperta non nolo come autrice, ma anche come persona.

Ti facciamo i complimenti per tutti i tuoi meravigliosi romanzi e un grandissimo in bocca al lupo per il tuo futuro personale e professionale.

Ah... veloce a scrivere un nuovo romanzo♥!!!

♥Leggendo con Vale e Raffa♥

 

 

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